Il Qin’Na è l’arte marziale delle prese delle trattenute. Fu molto popolare durante la dinastia Qing (1644- 1912 d. C.) con la polizia di quel tempo perchè era un mezzo per soggiogare un avversario senza creare danni gravi o permanenti e questo era importante durante la cattura dei criminali. Alcuni maestri di arti marziali lavorarono per utilizzare forme animali nel Qin’Na per dare ad esse forme e grazia affinchè non venisse impiegata esclusivamente per scopi militari. Due degli animali che vennero usati furono la tigre e l’aquila per via della loro abilità nell’afferrare con gli artigli, la loro natura fiera e il loro spirito. Il termine “Qin’Na è composto da due termini: “Qin” che in cinese significa “afferrare o catturare” “Na” che significa “tenere o controllare“. Quindi “Qin’Na” si può tradurre in “afferrare e controllare“
Le tecniche del Qin’Na quindi si possono riassumere attraverso azioni quali :
- Tecniche per dividere i muscoli e i tendini o afferrare i muscoli e i tendini
- Tecniche per la dislocazione delle ossa
- Tecniche per bloccare la respirazione
- Tecniche per effettuare una pressione delle vene/arterie o blocco delle vene/arterie
- pressione dei meridiani o delle cavità
Tali tecniche sono anche denominate “Cinque Rami Fondamentali”
1) “Fen Jin” o “Zhua Jin” (dividere i muscoli e i tendini o afferrare i muscoli e i tendini)
Fen in cinese significa dividere, Zhua significa afferrare e Jin significa tendine, guaina, muscolo. Fen Jin o Zhua Jin Qin Na rimanda alle tecniche che strappano i muscoli e i tendini dell’avversario o anche distaccano i tendini dalle ossa.
2) “Cuo Gu” (dislocare le ossa)
Cuo significa sbagliato, disordinato, o posizionare erroneamente e Gu significa osso. Cuo Gu sono quindi le tecniche di Qin’Na che pongono le ossa in posizioni sbagliate. Tali tecniche sono di solito applicate alle giunture.
3) “Bi Qi” (chiudere/bloccare il respiro)
Bi in cinese significa chiudere, bloccare o fermare, e Qi (più specificatamente Kong Chi) significa aria. Bi Qi è la tecnica che impedisce all’avversario di respirare, causando perciò il suo svenimento. Vi sono tre categorie di Bi Qi, diversificate nel modo di affrontare la chiusura. La prima categoria è la chiusura diretta della trachea, la seconda categoria è il colpire i muscoli che circondano i polmoni, l’ultima categoria è la pressione delle cavità o il colpire le terminazione dei nervi.
4) “Dim Mak o Duan Mai” (pressione delle vene/arterie o blocco delle vene/arterie)
Il Dim Mak è anche conosciuto come Dian Mai che è solo la stessa parola in un dialetto differente. Dian significa puntare o premere con un dito. Mai significa canali del Qi o meridiani (Qi Mai), o vasi sanguigni (Xue Mai). Perciò Dian Mai significa colpire o premere o i meridiani del Qi o le vene/arterie; Duan significa rompere, bloccare, fermare.
5) “Dim Mak o Dian Xue” (pressione dei meridiani o delle cavità)
Dian significa premere con un dito e Xue si riferisce alle cavità dell’agopuntura. Il corpo umano ha più di 800 cavità, perlopiù lungo gli otto vasi e i dodici canali. La pressione sulle cavità è un metodo per disturbare o influenzare la circolazione del Qi dell’avversario.
Nessuno può dirci esattamente quando il Qin’Na fu creato, molto probabilmente cominciò quando un uomo afferrò un altro uomo con l’intenzione di controllarlo. Per la loro praticità, quasi tutti gli stili ne hanno adottato alcune tecniche. Molte leggende affermano che il Qin’Na sia derivato dal Jiao Ti o (Go Ti) al 2000 a.C. Il Jiao Ti era una lotta basata su prese e proiezioni dell’avversario e quindi, precursore del Qin’Na e dello Shuai Jiao. I primi documenti attestanti l’esistenza del Qin’Na provengono dal famoso monastero di Shaolin, che iniziò ad occuparsi di arti marziali intorno al 527 d.C. Dato che molte tecniche di Qin’Na risultavano efficaci, pur non essendo letali, i monaci, che avevano la necessità di difendere la loro proprietà senza andare contro il loro credo che rispetta ogni essere vivente, iniziarono ad effettuare ricerche e ad allenarsi in quest’arte. Ulteriore evoluzione si ebbe durante la dinastia Ming (inizio 1600 d.C.), quando i governatori si accorsero che era un ottimo metodo per sottomettere i criminali, senza per questo ucciderli o ferirli. Fonti ufficialmente documentabili risalgono al 1600 circa, come si legge nei manoscritti del periodo Tokugawa, quando nel Daymio di Owari, secondo l’uso giapponese del tempo, fu invitato a migliorare il Ju-Jitsu, un certo Chen Jian Pin, in seguito nipponizzato in Gempin. Egli era un vasaio cinese, considerato al tempo uno fra i maggiori esponenti di Qin’Na, al quale senza dubbio si possono attribuire la gran parte delle tecniche del Ju-Jitsu. Successivamente, il Qin’Na entrò a far parte dell’addestramento della Milizia Imperiale e della polizia delle varie province. Il maestro considerato maggiore responsabile della diffusione del Qin’Na è Tung Tsu Nee (1880-1971), il quale nei suoi insegnamenti codificò 72 tecniche base che possono essere usate per neutralizzare qualsiasi attacco a mani nude. Tung Tsu Nee, approfondì i suoi studi e le sue ricerche, portando il Qin’Na ai massimi livelli, e suddividendolo in tre rami, poi implementati nei “Cinque Rami fondamentali”.